PODCAST | STAGIONE 2 | EPISODIO 4

Enti di promozione del territorio: come rendono possibili i viaggi

“Il vero compito di un ente di promozione del territorio è aiutare a sinergizzare e sintetizzare le attività di vendita, marketing, promozione e pubblicità della comunità e contribuire a sostenerla.”

Andreas Weissenborn 

Vice President of Research and Advocacy of Destinations International 


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Apri l’app del podcast e aggiungi il quarto episodio di Powering Travel, con l’ospite speciale Andreas Weissenborn, Vice President of Research and Advocacy presso Destinations International.

 

In questo episodio, il conduttore Brandon Ehrhardt è affiancato dal co-conduttore e ospite Andy van der Feltz per una conversazione illuminante con Andreas. I tre analizzano nei dettagli le responsabilità dei DMO, o enti di promozione del territorio, ed esaminano i vari ruoli che svolgono nel settore dei viaggi.

 

Spiegano inoltre come i DMO possono rendere più vitali le comunità, supportare il turismo sostenibile e potenziare le destinazioni locali, a partire dalla promozione del turismo fino a quella del territorio.


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[00:00:04] Brandon Ehrhardt I fornitori di servizi di viaggio sono la colonna portante dell’esperienza di viaggio. In questa nuovissima stagione di Powering Travel approfondiremo i trend del settore e gli argomenti del momento e troveremo consigli utili per aiutare le attività a continuare a evolversi e a migliorare l’esperienza di viaggio, un viaggio alla volta. Eccoci di nuovo qui. Un caldo bentornato nel podcast di Powering Travel. L’obiettivo dell’episodio di questa settimana è fornire informazioni sugli enti che operano sul territorio a livello locale e che rendono possibili i viaggi. Hanno svariati compiti, dal marketing delle attrazioni al supporto per fornitori di viaggi. Basta pensare a una qualsiasi città visitata nell’ultimo anno. In quella destinazione c’è un gruppo di persone che si impegna non solo perché sia possibile raggiungerla senza difficoltà e trovare le sistemazioni adatte, ma anche per avere la certezza che la comunità locale usufruisca degli effetti positivi del turismo. Il mio copilota di oggi è una persona che conosce bene il lavoro degli enti di promozione del territorio, Andy van der Feltz, Global Senior Director of Business Development di Expedia Group Media Solutions. Andy, innanzitutto grazie per esserti unito a noi. Raccontaci qualcosa del tuo background. 

 

[00:01:15] Andy van der Feltz Grazie per l’invito e per avermi assegnato il ruolo di copilota. È vero, per una ventina d’anni ho collaborato con enti di promozione del territorio, o DMO, in varie parti del mondo e negli ultimi sette anni trascorsi in Expedia Media Solutions ho lavorato a stretto contatto con loro e ne ho osservato l’evoluzione. Ecco perché sono davvero entusiasta di poter partecipare oggi a questa conversazione con Andreas e scoprire qualcosa di più su ciò che il futuro riserva a questi enti e, in particolare, a quelli incaricati della gestione locale. 

 

[00:01:39] Brandon Ehrhardt La vita professionale del nostro ospite di oggi è completamente incentrata sul patrocinio dei territori locali, al quale è dedicato anche il suo podcast. Vive e respira promozione del territorio. Andreas Weissenborn è Senior Director of Research and Advocacy presso Destinations International, un’associazione globale che permette agli enti di promozione del territorio di influire positivamente sulle comunità locali. Il suo percorso è iniziato con uno stage presso Visit Baltimore ed è proseguito con una brillante carriera, di cui ci parlerà, che lo ha portato a collaborare a stretto contatto con gli enti di promozione del territorio. Il suo podcast, Architects of Destination Advocacy, che si rivolge a professionisti del settore turistico, presenta storie che spiegano come affrontare i problemi più importanti del settore. Quindi, senza ulteriori indugi, partiamo con l'intervista. Andreas Weissenborn. Vorrei iniziare con una domanda preliminare: so che per caso ti sei candidato per partecipare a uno stage e che questo ti ha introdotto al mondo dell’ospitalità. Raccontaci qualcosa di più su come sei entrato nel settore dei viaggi e su come hai iniziato e proseguito la tua carriera in Visit Baltimore. 

 

[00:02:49] Andreas Weissenborn Volentieri e grazie dell’invito, Brandon. Sì, il mio punto di partenza è uguale a quello di molte persone che lavorano nel settore dei viaggi e del turismo, anche se non era quello il loro obiettivo. All’epoca ero un giovane millennial, quindi sarà stato intorno al 2005 o al 2006, e ho capito che l’università non faceva per me. Stavo cercando di portare a termine gli studi il più velocemente possibile quando sono venuto a sapere che nel mio college era presente uno sportello dedicato agli stage locali nell’area di Baltimora. Ho iniziato quindi a presentare domanda per tutti i tirocini possibili, allo scopo di ottenere crediti per l’università. Questo significava meno tempo in facoltà e più tempo per lavorare e divertirmi nel tempo libero. Ricordo che ai tempi c’era una bacheca fisica con annunci con bigliettini a strappo. Uno di questi era per il DMO locale, che allora si chiamava Baltimore Area Convention of Business Association, ora nota come Visit Baltimore. Credo di aver inviato circa otto o dieci candidature a varie altre aziende tecnologiche e simili. Visit Baltimore, all’epoca, fu una di quelle che mi richiamò e il resto è storia. 

 

[00:03:48] Brandon Ehrhardt Davvero incredibile. Sono assolutamente d’accordo sul fatto che molte persone si trovino a lavorare in questo settore per caso. Andy, parliamo del tuo percorso nel mondo dei viaggi. Come sei entrato in questo settore? 

 

[00:03:59] Andy van der Feltz Pensavo che avremmo parlato solo di Andreas, Brandon. Bel collegamento. 

 

[00:04:02] Brandon Ehrhardt È per dare un'idea complessiva. 

 

[00:04:04] Andy van der Feltz Mi sono riconosciuto in quello che ha detto Andreas. Io non cercavo nemmeno uno stage, ma solo un lavoro estivo. Ho fatto domanda allo Scottish Tourist Board (STB), come si chiamava allora, e ho ottenuto un posto per l’estate. Quei pochi mesi sono diventati sei anni, dopo di che sono passato all’ente nazionale olandese per il turismo. Quindi, sono ormai 22 anni che lavoro nei DMO. Non male per un lavoro estivo. Un paio di anni fa sono passato a Expedia. Ho studiato marketing e lingue moderne e, per coincidenza, come argomento della tesi di laurea ho scelto l’efficacia del marketing britannico nel settore turistico olandese. E sei anni dopo mi sono trovato a lavorare proprio per l’ente turistico olandese. Quando si dice il caso... Andreas, cosa ne pensi? 

 

[00:04:41] Andreas Weissenborn Anche questa è una di quelle storie in cui le persone iniziano a lavorare per caso nel settore turistico e poi non lo lasciano più. Io sono senza dubbio considerato uno che farà questo lavoro per sempre e sono sicuro che sia così anche per voi. Quindi sono in ottima compagnia. 

 

[00:04:55] Brandon Ehrhardt In effetti io ho iniziato alla United per poi passare a Expedia e Andy sembra aver trovato un lavoro estivo che non è mai finito. Penso che sia fantastico ritrovarci tutti e tre insieme. Ma passiamo al motivo per cui siamo qui. Lo scopo di oggi è parlare di enti per la promozione del territorio e, dalla mia prospettiva di outsider, credo che si tratti di un concetto che la maggior parte delle persone capisce, senza tuttavia cogliere le sfumature di ciò che questi enti sono e fanno in realtà. Iniziamo quindi da come sono strutturati, perché questo aspetto ovviamente cambia a seconda del paese in cui si trovano, nonostante operino a livello globale. Ci puoi dire qualcosa di più? Che cos’è un ente per la promozione del territorio? Cos’è un ufficio del turismo? Cos’è un ente del turismo? Cosa hanno in comune e in cosa si differenziano? 

 

[00:05:40] Andreas Weissenborn Certo. È senza dubbio una domanda impegnativa. A noi piace chiamarli enti di promozione del territorio, ma hanno anche altre denominazioni: DMO, enti del turismo, CVB, uffici del turismo e dei congressi. In realtà, sono enti responsabili del brand di una comunità e della sua promozione, gestione e sponsorizzazione a livello mondiale allo scopo di attirare l’attenzione su di essa. Può trattarsi di enti tradizionali, che negli Stati Uniti chiamiamo 501(c)(6) senza scopo di lucro, ma anche di un dipartimento dei parchi che svolge questo ruolo. In realtà, è un qualsiasi ente che opera in nome della comunità in cui si trova, si occupa del relativo brand e cerca di promuoverla. Ovviamente, l’attenzione che riesce ad attirare si traduce non solo in turismo, ma anche in sviluppo economico, vitalità della comunità e così via. E questo è, in pratica, il nucleo delle attività di tali enti. Dobbiamo poi aggiungere le responsabilità, soprattutto se sono incluse quelle relative alla vendita di attività di gruppo. Supponiamo, ad esempio, che la comunità abbia un grande centro congressi, un attivo settore alberghiero e quant’altro. La responsabilità di gestire quelle che chiamiamo vendite di congressi o eventi aziendali spetta a questi stessi enti. Anche in questo caso, stiamo parlando di posizionare il brand di una comunità a livello mondiale e di promuoverlo ovunque per attirare l’attenzione su di esso. 

 

[00:06:53] Brandon Ehrhardt Una sintesi perfetta. Se chiedessimo a una persona per strada chi ci permette di viaggiare, credo che risponderebbe soprattutto fornitori, compagnie aeree, hotel, società di autonoleggio. Ma in realtà i DMO hanno una grande importanza e possono fare molto per promuovere e rendere possibili i viaggi. Cosa puoi dirci dei modi più efficaci in cui un DMO può promuovere i viaggi? 

 

[00:07:15] Andreas Weissenborn L’analogia che trovo più simile è quella del giardiniere. Ho acquistato un appezzamento di terreno e mi sono subito reso conto che, anche se non faccio niente, le cose crescono lo stesso, ma l’altro lato della medaglia è che cresce anche ciò che non voglio. Penso che, come sottoprodotto, il turismo sia molto simile a questo. Il vero compito di un ente di promozione del territorio è aiutare a sinergizzare e sintetizzare le attività di vendita, marketing, promozione e pubblicità della comunità e contribuire a sostenerla presso tutti i suoi fornitori e in altri canali. Quindi, in poche parole, una delle risorse più importanti di un DMO è il suo sito web. Il suo brand. Se abbiamo intenzione di visitare una comunità, diamo un’occhiata al suo brand, in questo caso, al suo sito web, anche se in realtà ormai disponiamo di svariati contenuti multimediali, come podcast, video, contenuti digitali e così via. Questo trasforma il DMO nell’elemento fondamentale, o meglio, nell’amministratore di quel brand, che lo promuove ovunque per presentarlo a un pubblico più vasto possibile. È attirando l’attenzione che si aumenta il flusso turistico. 

 

[00:08:14] Andy van der Feltz L’ho notato e credo che abbiate iniziato nel 2005, 2006. In quel periodo sono cambiate molte cose nel mondo dei DMO a livello globale. Nel 2006 gli enti di promozione del territorio non erano responsabili delle attività di amministrazione. Si parlava ancora molto di enti di gestione del territorio o di marketing promozionale, il cui obiettivo era promuovere, promuovere, promuovere. Ma in quegli anni di transizione tra il 2000 e diciamo il 2006 e il punto in cui siamo oggi, si è iniziato a parlare anche di amministrazione e la gestione ha davvero preso il posto della promozione. Questo, insieme alla tua riflessione di prima sul fatto che il sito web sia un elemento essenziale, ha portato a una sempre maggiore cura dei contenuti, dovuta anche alla crescente frammentazione del mondo in generale e del consumo dei contenuti stessi. Qual è la tua opinione a questo proposito e su quale sarà la prossima fase dell’evoluzione dalla necessità di avere un sito web a quella di creare contenuti su una piattaforma più ampia? 

 

[00:09:11] Andreas Weissenborn Allora, aggiungiamo un tocco di filosofia. È chiaro per tutti che per essere potabile l’acqua deve essere pulita, che per l’istruzione c’è bisogno di insegnanti, che per raggiungere i posti di lavoro occorrono strade e ponti. Questi sono quelli che chiamiamo beni comuni, beni pubblici, cose che riteniamo necessarie per il bene della società, in altri termini ciò che definiremmo un valore condiviso dalla comunità. OK? Sono elementi in cui sappiamo di dover investire per migliorare noi stessi, perché sono parte integrante della condizione umana. Quello che credo sia cambiato è che le comunità stanno iniziando a capire che questo vale non solo per i beni comuni, ma anche per loro stesse. Se scegli di non investire nella purificazione dell’acqua, le conseguenze sono subito chiare. Giusto? Nel nostro Paese, in America, abbiamo molti esempi di cosa succede quando svalutiamo i costi delle infrastrutture. Lo stesso vale per un brand. Chi non effettua investimenti nel brand, che siano per il marketing del sito web, i responsabili, il personale o altro, è destinato a rimanere indietro. Ecco cosa è cambiato davvero dopo la pandemia. La valuta numero uno al mondo non è il gas, non è l’oro, non è il petrolio, anche se, al vostro posto, se li possedessi già non li butterei, ma è ciò che chiamiamo acquisizione di talenti. Stiamo davvero assistendo a una sorta di guerra dei talenti. Pensiamo a come la pandemia abbia accelerato la tendenza del lavoro a distanza, eliminando di fatto l'esigenza di vivere vicino al luogo in cui si lavora. Gli enti di promozione del territorio o le comunità ora non possono più, dal loro punto di vista, competere su questo palcoscenico mondiale per conquistare la valuta più importante al mondo: il talento. E credo che le comunità stiano iniziando a riconoscere che invece vogliono questa attenzione. Ma come possono ottenerla? Beh, si inizia creando un brand, su cui sarà poi necessario investire. E per investire nel brand occorre un ente di promozione del territorio che rappresenti la comunità. Credo che questo sia stato il cambiamento fondamentale. Direi che il percorso è iniziato già con l’11 settembre e che la pandemia ha solo dato un’accelerazione senza precedenti nella storia dell’umanità negli ultimi due anni e mezzo, tre. Credo che la prossima fase o la piattaforma naturale verso cui ci stiamo evolvendo sia la reintroduzione degli enti di promozione del territorio nel gruppo primario dei beni comuni, del valore condiviso dalla comunità. 

 

[00:11:18] Andy van der Feltz È la risposta più precisa e concisa data a questa domanda da anni. Ti ringrazio.

 

[00:11:24] Brandon Ehrhardt Davvero fenomenale. Allontaniamoci un attimo da questa domanda, restando però nello stesso ambito. Vorrei chiederti qualcosa sull’overtourism, ovvero il sovraffollamento turistico. Il termine è stato coniato cinque o sei anni fa dai nostri amici di Skift e credo che, a questo proposito, tu abbia un punto di vista unico. Secondo te, chi è responsabile dell’overtourism e in quali modi un ente di promozione del territorio può supportare la sostenibilità? 

[00:11:50] Andreas Weissenborn Certo. Interessante perché Skift ha recentemente annunciato che non lo utilizzeranno più. 

 

[00:11:55] Brandon Ehrhardt Stanno abbandonando il termine, sì è vero. 

 

[00:11:57] Andreas Weissenborn Non crediamo nel concetto di overtourism. Crediamo piuttosto in una cattiva gestione della destinazione. Anche in questo caso, userò l’esempio del giardiniere, OK? Davanti a me c’è l’appezzamento di terreno di prima e mi rendo conto che, se non faccio niente, sul mio prato cresceranno molte piante che non voglio, come erbacce, denti di leone e altre che mi provocano allergie tremende. In tutto questo, il mio compito è capire che devo gestire la terra, giusto? Devo occuparmi del terreno ed essere in grado di prendermi cura di ciò che vi cresce tenendo conto delle mie risorse. Credo che l’overtourism sia molto simile. Uno dei problemi è il termine stesso, che porta subito ad associare il turismo all’idea di una minaccia o a denigrarlo, collocandolo automaticamente in una posizione degradante e non è questo ciò che vogliamo. Per molte comunità di tutto il mondo, il turismo non solo è un investimento fattibile, ma è anche una delle poche attività in cui possono investire senza dover tassare i residenti, strategia che rappresenta un suicidio politico. Nessun politico direbbe mai: “Siccome quest’anno il budget è limitato, abbiamo deciso di aumentare le tasse”. Semplicemente non succede. Quindi ritengo che sia necessario riconoscere il fatto che la gestione ha un ruolo attivo e che possiamo contribuire a guidare il dialogo, favorirlo, gestirlo appunto, promuoverlo e indirizzarlo. Se si verifica una situazione in cui la gestione non è stata delle migliori e le persone considerano il turismo come un fattore di disturbo, un ente di promozione del territorio può intervenire e fornire assistenza per curare la terra in modo che sia nuovamente possibile gestirla con le risorse disponibili, ma anche per spiegare alla comunità quanto il contributo del turismo e dei turisti sia essenziale per mantenerla vitale. Una lezione che la pandemia ci ha insegnato è cosa succede quando il turismo scompare. Per le città è causa di gravi problemi finanziari, perché gli investimenti di fatto spariscono. Quindi, non possiamo limitarci a dire “overtourism” senza renderci conto delle conseguenze di ciò che accade quando il flusso turistico si ferma. 

 

[00:13:58] Andy van der Feltz Andreas, a questo proposito, lavoro per due diversi DMO. Uno è finanziato al 100% dal governo e l’altro è una collaborazione tra pubblico e privato, un modello completamente diverso. Negli Stati Uniti, la maggior parte dei DMO o dei CVB è finanziata dalla tassa di soggiorno. Come si fa a raggiungere un equilibrio? La comunità deve essere un’area vivibile e fruibile dai suoi abitanti. Giusto? Quindi è necessario trovare il giusto equilibrio tra comunità e visitatori. Tra tasse di soggiorno e hotel che continuano ad aggiungere camere alle infrastrutture, in che modo un CVB o un DMO può gestire questo equilibrio? Persino ad Amsterdam continuano a costruire alberghi nelle zone periferiche della città. Come è possibile raggiungere una situazione equilibrata quando il CVB o il DMO locale è finanziato dalla tassa di soggiorno? 

 

[00:14:46] Andreas Weissenborn In effetti non è facile. Credo che al momento non esista una risposta definitiva, ma abbiamo notato che le persone stanno iniziando a chiederselo. L’idea che vorrei in un certo senso eliminare è quella dell’esigenza di riempire più camere possibile per aumentare le entrate, perché se ci limitiamo a questo, rischiamo di essere accomunati a una normale azienda, ma non è quello che siamo.  La gente deve tenere presente che la maggior parte degli enti di promozione del territorio non ha scopi di lucro, questo significa che presta più attenzione agli obiettivi rispetto ai profitti. Secondo una delle nostre filosofie di base, se apprezzi una cosa, la finanzi. Credo che gli enti di promozione del territorio stiano finalmente iniziando a dichiararlo in modo chiaro. In genere, chiamiamo “insoliti sospetti” le persone che beneficiano del nostro lavoro. Anche in questo caso hai ragione, gran parte dei principali finanziamenti degli enti di promozione del territorio proviene in un certo senso dalla tassa di soggiorno. Ma pensiamo a quante altre persone possono trarre vantaggio da un brand positivo. Torniamo un attimo all’acquisizione di talenti. Molte comunità necessitano di personale altamente istruito e qualificato. Il problema è come attirare l’attenzione dei talenti sulla comunità e invogliarli a venire a viverci o lavorare. Siamo convinti che le entità che possono trarre vantaggio dal successo del brand della comunità debbano partecipare e contribuire a sostenere e finanziare gli enti per la promozione del territorio. Un valido esempio è ciò che è accaduto tre anni e mezzo fa, quando Amazon cercava un luogo in cui stabilire il suo secondo quartier generale e tutti offrivano facilitazioni fiscali folli e altri incentivi per essere scelti. Invece, alla fine, Amazon ha deciso che la soluzione giusta fosse una comunità con un brand positivo, che convincesse le persone con un elevato livello di istruzione non solo a lavorarci, ma anche a viverci. E non dico che questo accadrà, ma non vedo alcun motivo per cui un’azienda come Amazon o altre entità private non debbano contribuire al finanziamento dei DMO. Sono convinto che il finanziamento sia una parte importante dell’equazione. Abbiamo visto emergere anche i cosiddetti distretti di miglioramento turistico, che saranno finanziati dagli albergatori, senza che questo escluda la possibilità di ricevere finanziamenti anche dagli altri distretti. Arte e cultura, vini, cannabis, artigianato, produzione di birre, qualsiasi cosa. La comunità dovrebbe essere in grado di finanziare tutto ciò che vuole valorizzare e spero di essere ancora qui quando questo cambiamento inizierà a verificarsi. Sono inoltre convinto che anche i governi debbano fare la loro parte con finanziamenti erogati dai fondi pubblici a prescindere dalla tassa di soggiorno. Nessuno batte ciglio quando un governo investe nell’acqua potabile e nelle infrastrutture. Se vuoi un brand, se vuoi avere un ruolo nel panorama mondiale, se vuoi investire nello sviluppo economico, perché non investire anche nella promozione del territorio? La strada da percorrere per raggiungere questo obiettivo è ancora lunga, soprattutto negli Stati Uniti, dove predomina il settore alberghiero, mentre in altre parti del mondo questi enti usufruiscono già di sovvenzioni statali. In ogni caso, spero che questo sia l’inizio di un cambiamento legato all'idea che, se una cosa è importante, la si deve finanziare. 

[00:17:29] Brandon Ehrhardt Ho una domanda in tre parti, che però ti sottoporrò una alla volta. La prima, dovuta a una curiosità nata dalla nostra conversazione, è questa: sembra che esistano diversi modelli di finanziamento, sia che si tratti di finanziamenti pubblici che di collaborazioni. Come varia il modo di agire dei DMO in base al rispettivo modello di finanziamento? C’è una differenza sostanziale o questi enti si distinguono solo per la diversità del finanziamento e in realtà operano in modo simile? 

 

[00:17:55] Andreas Weissenborn Ottima domanda. Varia da regione a regione. Per spiegarmi, vorrei fare riferimento al gruppo demografico più numeroso tra i nostri membri, ovvero quello del Nord America. Parliamo di fondi pubblici. In genere, gli enti di promozione del territorio ricevono una parte della tassa di soggiorno, che viene riscossa dal governo e trasformata in denaro pubblico. Quindi, quando soggiorni in un qualsiasi tipo di struttura ricettiva soggetta a regolamentazione, si applica una tassa o una percentuale dell’affitto per brevi periodi rispetto a un hotel tradizionale. Questo denaro viene raccolto e versato al governo, che generalmente sottoscrive un contratto con l'ente locale, nel nostro caso quello di promozione del territorio, in cui è stabilita la percentuale che riceverà. La percentuale è variabile. Alcuni ricevono il 100%, altri il 50-60% e così via. La conclusione è semplice: quando l’ente di promozione del territorio attua una gestione ottimale, l’investimento nel turismo aumenta e l’ente riceve più fondi. Anche in questo caso, avviene attraverso un organo pubblico. Un altro esempio è quello dei cosiddetti distretti di miglioramento turistico, in cui i fondi vengono emessi per conto dei distretti stessi. In genere, gli albergatori introducono una tassa o una percentuale aggiuntiva che, questa volta, va direttamente all’ente di promozione del territorio, senza passare attraverso il governo. Gli investimenti privati variano in modi diversi. I più comuni sono i modelli di affiliazione o di collaborazione, in cui i fornitori, come i ristoranti inclusi in un tour o le attrazioni, versano una certa somma all’ente di promozione del territorio per essere inseriti nel sito web, nelle guide rapide, nel materiale di marketing del brand e così via. In altre parti del mondo, invece, dipende solo dal bilancio del governo. Sono i politici a decidere l’entità del finanziamento, che può aumentare o diminuire, ma almeno non si è vincolati a quei costi aggiuntivi che bisogna sostenere per soggiornare in un hotel in modo da aumentare il bilancio. In questi casi si è alla mercé dei politici, della loro opinione sul turismo. Nel Nord America i finanziamenti pubblici sono lo strumento più comune. 

 

[00:19:54] Brandon Ehrhardt In pratica, per capire come il modello di finanziamento cambierà le azioni dei DMO basta conoscerne la provenienza. Tornando alla tua osservazione sul riempire il maggior numero di camere, se sei abbastanza incentivato, lo fai comunque. Distogliere lo sguardo dal quadro più ampio dei viaggi, da come vorresti davvero trasformare la destinazione diventa così un po’ più facile. 

 

[00:20:12] Andreas Weissenborn Sì, a questo si riferiva il mio commento sul chiamare i soliti sospetti. È evidente che, se il turismo va bene, gli albergatori e i fornitori sono i primi a beneficiarne e dovrebbero quindi avere voce in capitolo. Ma come ho detto prima, sono molte le persone che traggono vantaggio da un brand positivo e anche queste dovrebbero essere incluse nel processo decisionale sui finanziamenti, perché, ripeto, un ente di promozione del territorio che fa bene il suo lavoro, rimane competitivo, partecipa, investe e fa crescere l’intera comunità. 

 

[00:20:42] Brandon Ehrhardt Questo vuol dire che, nonostante le differenze nei modelli di finanziamento, i DMO devono affrontare la stessa sfida? 

 

[00:20:49] Andreas Weissenborn Sì. Rilevanza, questo è il fattore più importante, giusto? Prima mi hai fatto una domanda: come descriveresti un ente di promozione del territorio? Come facciamo a sapere cos’è? Come sempre, tutto riporta alla rilevanza e al coinvolgimento. Sono due elementi costanti Purtroppo devo dire che, per molti versi, c’è voluta una pandemia perché le persone si svegliassero e si rendessero conto: “Accidenti, quest’anno non ci sono turisti. Come possiamo ripartire? Ah già, c’è l’ente di promozione del territorio. Forse vale la pena investirci”. È sempre questione di rilevanza e coinvolgimento, di verificare che la gente capisca davvero cosa facciamo e inizi ad apprezzarci e, auspicabilmente, a finanziarci, ma anche a impegnarsi con noi, una volta compreso che i nostri primi clienti, i clienti numero uno di un ente di promozione del territorio, sono i residenti della comunità. Il nostro compito è rendere la comunità sempre più vitale, assicurarci che il messaggio venga trasmesso, ascoltato e compreso. E abbiamo tanto da recuperare. Questo ci riporta al commento sulla filosofia del valore condiviso dalla comunità, OK? Lo sappiamo tutti fin da bambini che per stare bene bisogna bere acqua, giusto? È una fonte di vita essenziale. Comprendiamo che, per essere al sicuro, abbiamo bisogno dei vigili del fuoco per spegnere gli incendi. Gli enti di promozione del territorio devono darsi da fare per recuperare e spiegare perché il loro lavoro è altrettanto importante per tutti noi. Ecco perché rilevanza e coinvolgimento sono impegni a lungo termine. Stiamo parlando di un patrocinio concreto. Credo che il concetto di patrocinio, che coniuga comunità e rilevanza, sarà sempre una priorità per qualsiasi nuovo leader nel settore degli enti di promozione del territorio. Dobbiamo impegnarci a fondo per recuperare il tempo perduto. 

 

[00:22:24] Brandon Ehrhardt Bene. E finisco con la terza parte della mia domanda. Considerando il panorama globale e quello nordamericano, quali DMO stanno ottenendo i migliori risultati? 

 

[00:22:33] Andreas Weissenborn Ci sono diversi enti di promozione del territorio che apprezzo e che, secondo me, stanno facendo un ottimo lavoro, ma purtroppo passa inosservato. Non voglio sminuire i successi di nessuno, ma è facile notare gli enti che vanno alla grande potendo contare su budget stratosferici. Ecco perché preferisco sempre sottolineare il lavoro dei nostri membri che dispongono di un budget operativo medio, in genere inferiore ai tre milioni, che non è una grandissima cifra. Ci sono tanti enti di promozione del territorio minori, ma vorrei citarne uno in particolare: Champaign-Urbana, nell’Illinois. Si tratta di un piccolo ente gestito solo da una decina di persone, ma che sono coinvolte in ogni singola decisione come parte della comunità, come soluzione. È questo che per me significa valore condiviso dalla comunità. Sono persone presenti e considerate parte della soluzione, che apportano il loro contributo. Penso che la pandemia abbia creato scenari davvero unici, che hanno posto gli enti di promozione del territorio davanti a situazioni senza precedenti. Per fortuna avevamo una piattaforma. Ricordiamo, ad esempio, il video in cui Visit Norfolk spiegava non solo cosa erano impazienti di tornare a fare una volta finita la pandemia, ma anche cosa avrebbe significato la ripresa del turismo e il conseguente ritorno dei turisti. Ora ci sono tantissime comunità in tutto il mondo impegnate in attività che hanno avviato cogliendo le opportunità offerte proprio dalla pandemia. È difficile sceglierne solo una, soprattutto tra quelle che stanno lavorando con budget molto inferiori a quanto si possa immaginare. 

 

[00:23:57] Brandon Ehrhardt Concordo e apprezzo che tu non abbia fatto scelte più scontate, come Norfolk e la Virginia. Champaign è vicinissima a Chicago, dove vivo io. Davvero interessante. 

 

[00:24:10] Andy van der Feltz Andreas, la tua affermazione sulla rilevanza e sul coinvolgimento è perfetta, sono d’accordo con te. Penso che esista un altro legame, che però non riguarda necessariamente la priorità, ma piuttosto la sostenibilità. Credo che chiunque operi nel settore dei viaggi debba avere una propria opinione in proposito e debba esprimerla. Quello della sostenibilità è un tema ampio, che include numerosi argomenti, quali l’ecologia, l’ambiente, l’industria, l’occupazione e così via. Quindi è estremamente vasto, ma secondo me ciò che accomuna tutti i DMO è la mancanza di una strategia unica in merito. Non voglio citare DMO specifici, ma ce ne sono alcuni talmente orientati alla gestione delle tariffe giornaliere medie che la sostenibilità è il loro ultimo pensiero. I progressi che si prevedono per il futuro mi portano a coniare un’espressione che credo sia abbastanza attinente, ovvero le quote turistiche. Di sicuro sai che in tutto il mondo si applicano quote di pesca, che consentono di catturare solo una determinata quantità di pesci, giusto? Credo che non siamo molto lontani dal raggiungere questo punto, anche se so che è incredibilmente difficile da gestire. Per curiosità, mi piacerebbe sapere cosa pensi dell’implementazione delle quote turistiche nel mondo fino al punto di rendere gestibile il turismo, che continua a crescere del 5,8% e si prevede che aumenterà ulteriormente. Si tratta di una percentuale più alta di quella del PIL che, a livello globale, è pari al 2,8%. Ritengo che sia una questione da tenere in considerazione. Cosa ne pensi di un’iniziativa così drastica come le quote turistiche? 

 

[00:25:44] Andreas Weissenborn È un concetto interessante e concordo sul fatto che questo scenario non sia poi così lontano. Però vorrei dire una cosa sul termine PIL. Il PIL è stato inventato dopo la Seconda Guerra Mondiale come dato per condividere informazioni di natura commerciale soprattutto in America, la cui società è sempre stata nettamente capitalistica. Abbiamo visto cosa succede quando ci si impegna solo a crescere e a incrementare il PIL e l’aumento del turismo è uno dei risultati di questa politica. Ma alcuni di questi beni, in particolare quelli naturali, hanno dei limiti fisici e ambientali e non sono qualcosa di cui sia possibile aumentare la capacità o la disponibilità per adattarsi al mercato. Intendo dire, se questo è lo scenario, gli enti di promozione del territorio hanno ancora un ruolo da svolgere e aspetti da gestire. Ecco perché vorrei usare il termine “galateo”. Credo che assisteremo a una rapida diffusione di quello che chiamiamo il galateo del turista. Ecco un paio di buoni esempi. Sembra passata una vita da quando il problema più grande era quello dei monopattini, quando tutti erano impazziti per i monopattini elettrici. Uno degli esempi che amo citare è quello di Portland, in Oregon, che ha pubblicato sul proprio sito web un simpatico elenco di regole che recitava: “Se avete intenzione di visitare la nostra comunità e utilizzare un monopattino elettrico, queste sono le norme per farlo nel rispetto del galateo”. Mi sembra che anche in questo caso le quote siano abbinate al concetto di etichetta. Come dire: “Se visitate la nostra comunità in questo periodo, ecco le regole del galateo da seguire per diventare una parte integrante della città”. Ritengo che questi concetti debbano andare insieme. Non basta applicare le quote in modo meccanico. Dovrebbero essere abbinate a una sorta di galateo. Anche in questo caso, gli enti di promozione del territorio hanno il compito di spiegare perché, in presenza di quote, anche la componente galateo o responsabilità fa parte dell’equazione. 

 

[00:27:36] Andy Van der Feltz Giusto. Mi pare che l’Islanda abbia intrapreso un’iniziativa simile, affidando ai visitatori il compito di prendere una decisione adulta o responsabile su come trattare l’ambiente in cui si trovano. Penso che sia il posto perfetto per attuare una strategia del genere. Per quanto riguarda il turismo in generale, aumenterà e non solo in termini di PIL e mi scuso per la sintesi così semplicistica, ma basta considerare anche solo il numero totale di persone in tutto il mondo che continueranno a viaggiare, ad esempio la classe media nelle economie emergenti in così rapida crescita. La tendenza che ora mi sembra più diffusa, forse anche tra i DMO con maggiore esperienza e competenza in tutto il mondo, è la caccia all’ospite di alto valore, ovvero meno persone che soggiornano più a lungo, spendendo di più. Quindi, tutti inizieranno a competere per accaparrarsi quelli che considerano ospiti di alto valore. Secondo te, chi continuerà a rivolgersi agli ospiti di valore medio-basso? 

 

[00:28:33] Andreas Weissenborn Come sapete, non sono un economista, quindi è difficile rispondere a questa domanda. Posso però dire che, a prescindere dal loro valore, tutti gli ospiti cercano la stessa cosa, ovvero un’esperienza, giusto? Desiderare qualcosa che non ha un fondamento razionale è un aspetto emotivo essenziale dell’essere umano. È proprio di questo che stiamo discutendo, di come trasmettere il messaggio e investire su decisioni basate sui valori. Sono convinto che se tutti si concentreranno sull’esperienza accadrà proprio questo e credo che molti enti di promozione avranno ottime opportunità per dare visibilità ai propri valori e attirare l’attenzione. Forse non sarà l’equivalente di un grande investimento in denaro, ma credo che darà i suoi frutti come valido investimento in esperienza. È difficile rispondere a questa domanda, perché penso che nessun ente di promozione del territorio intenda puntare solo su determinate fasce di viaggiatori. Stanno tutti cercando di creare un’esperienza e di offrire la migliore possibile al netto dalla posizione socioeconomica? 

 

[00:29:38] Andy van der Feltz Credo di sì. Penso che in generale l’esperienza sia ciò che la gente cerca. Ma a un certo punto bisogna fare i conti con il relativo impatto economico sulla città o sulla regione. Sarà quindi interessante osservare l’evoluzione di questo aspetto in tutto il mondo. Per restare in argomento dati, dal punto di vista dei DMO l’utilizzo dei dati è cambiato nel corso degli anni. Mentre un tempo era solo questione di tenere traccia delle prestazioni, quali sono secondo te i principali cambiamenti nell’utilizzo dei dati e nel tipo di dati a cui i DMO sono interessati oggi? 

 

[00:30:12] Andreas Weissenborn Dunque. Viviamo in quella che per me è l’epoca d’oro dell’acquisizione dei dati per gli enti di promozione del territorio. Non è che all’inizio della mia carriera fossimo arretrati, perché non eravamo nel Medioevo, anche se in realtà lo era in confronto a tutto ciò a cui abbiamo accesso oggi grazie ai dati di geolocalizzazione, sull’impatto, sulla spesa dei consumatori e così via. È incredibile. Il vero cambiamento, però, riguarda la consapevolezza delle responsabilità che ne derivano. I soli dati non hanno alcun valore senza una storia alle spalle. La pandemia ci ha dimostrato quanto la nostra società sia passata dall’essere logica all’essere illogica, ma senza connotazioni negative, solo nel senso che il contrario della logica sono le emozioni. Prendiamo decisioni basate innanzitutto sulle emozioni e sulla storia e poi passiamo alla logica e ai dati a sostegno. Il punto è che, anche se ora possiamo disporre di una quantità quasi illimitata di dati, se il criterio è dare la precedenza ai dati e al ROI, siamo destinati a uscire sconfitti dalla discussione sul perché siamo importanti e sulle motivazioni del coinvolgimento. E credo che questo sia un aspetto su cui gli enti di promozione del territorio hanno puntato molto. Io chiamo questo sistema “dati del cervello sinistro contro dati del cervello destro”. Il lato sinistro del cervello è quello sequenziale, lineare, matematico, che ci porta a interessarci di RevPAR, acquisizione di camere, spesa dei visitatori. Ci siamo spinti così a sinistra che non teniamo più in considerazione il senso di appartenenza alla comunità, il significato di ciò che nasce nel lato destro del cervello, le emozioni. Quello che sto cercando di dire è che abbiamo una quantità di dati davvero straordinaria. Ora entra in gioco la responsabilità del messaggio trasmesso e spero che gli enti di promozione del territorio usino questi dati per basare la storia innanzitutto sulle emozioni. Non dico che dobbiamo tralasciare i dati sul ROI, ma piuttosto assicurarci di assestare due colpi di fila. Il primo colpo, ovvero la storia, l’emozione, è seguito e sostenuto dal secondo, rappresentato dal ROI e dai dati. Quindi, per ottenere risultati fantastici ribadisco l’importanza sia di trasmettere un senso di appartenenza tramite le emozioni, sia di confermare il tutto con elementi oggettivi. Ad esempio con il supporto di dati quali RevPAR, dati di geolocalizzazione, piani di acquisto di pubblicità per il marketing e così via. Credo che proprio questo stia iniziando a cambiare, a dare una svolta, ovvero non limitarsi a diffondere dati, ma offrire una narrazione e una storia adeguate, in modo che le decisioni vengano prese innanzitutto sulla base delle emozioni e quindi consolidate con i dati sul ROI, sui RevPAR, ecc. 

[00:32:39] Brandon Ehrhardt Cambiamo argomento rimanendo però nel tema delle storie. In un episodio di qualche settimana fa, abbiamo parlato del concetto chiamato set-jetting, ovvero scegliere una destinazione dopo averla vista in TV o perché si vuole vivere quella specifica esperienza. Un DMO può attirare le riprese di un film o uno spettacolo televisivo in una città o pubblicizzare il fatto che quello spettacolo o quel film sono stati girati lì? 

 

[00:33:09] Andreas Weissenborn Bene. Parliamo di set-jetting. Ho un bambino piccolo, quindi per ora è un mondo che posso solo immaginare. Magari un giorno... 

 

[00:33:14] Brandon Ehrhardt Qui fabbrichiamo solo parole, stai tranquillo. 

 

[00:33:16] Andreas Weissenborn Sarebbe bello poter dire: “Sai che c’è? Cambio vita o vado a vivere lì”. Direi che, in effetti, non ci siamo ancora lasciati la pandemia del tutto alle spalle e gli enti di promozione del territorio si sono chiesti come ricostruirsi in termini di dipartimenti e posizioni. Un’iniziativa molto diffusa è l’investimento in commissioni per musica e film, ovvero la creazione di dipartimenti dedicati solo alla promozione della comunità come set per i film. In questo momento, uno dei più grandi e importanti al mondo è ovviamente quello di Atlanta, in Georgia, grazie al trasferimento dalla Florida della House of Mouse e di tutto il mondo Disney, Star Wars e così via. Al centro c’è un ente di promozione del territorio che dispone di una commissione cinematografica, il cui ruolo è quello di attirare queste produzioni sottolineando tutti i fattori che fanno della comunità il posto giusto per le riprese. E non dimentichiamo l’importanza delle agevolazioni fiscali e di incentivi simili. Visto quante fantastiche risorse possiamo sfruttare per far conoscere e promuovere la nostra cultura? Questa cosa mi entusiasma, non solo per i vantaggi che comporta per il settore alberghiero, ma anche per il fatto che ora possiamo iniziare a proporci per eventi cinematografici, riprese e così via. Quindi, in questo senso, il ruolo dei DMO è fondamentale e prevedo che, nei prossimi cinque-dieci anni, saranno sempre più numerosi gli enti di promozione del territorio che creeranno, a tale scopo, un dipartimento per il cinema o per lo sport. 

 

[00:34:38] Brandon Ehrhardt Per quanto riguarda la scelta delle destinazioni, a volte le persone vedono una meta fantastica, ad esempio in una serie come White Lotus, e decidono di raggiungerla. La cercano già mentre guardano il programma. Questo desiderio di vivere ciò che si vede in TV nasce dalla voglia non solo di scoprire destinazioni come quelle di White Lotus, ma anche di immergersi in un’esperienza. A Baltimora, nel Maryland, è stata girata The Wire, una delle serie più popolari, almeno negli Stati Uniti. Se mettiamo a confronto le ambientazioni di The Wire e White Lotus, non potremmo vedere niente di più diverso, ma entrambe le serie sono associate al viaggio. La mia domanda è: l’approccio dei DMO e il modo in cui pubblicizzano l’evento cambia a seconda della serie o del film girato? 

 

[00:35:25] Andreas Weissenborn Ottima domanda. Certo, ho collaborato con Visit Baltimore e vorrei ricordare che questa è la città in cui è stata girata non solo The Wire, ma prima anche Homicide e dopo l'ultima serie di David Simon sulla Gun Trace Task Force, per citarne alcune. Perché altre comunità, che possiedono quelli che chiamiamo “punti caldi”, attirano subito l’attenzione, ma non sempre per i motivi giusti. Charlottesville è un altro ottimo esempio. Credo che gli enti di promozione del territorio debbano puntare soprattutto sull’autenticità. Non è ragionevole sostenere che tutto questo sia solo finzione, perché il punto della questione è la percezione, è la realtà e il modo in cui interpretiamo le cose oggi. Alcuni enti di promozione del territorio, come Visit Baltimore, si sono già impegnati per capire quali sono le loro caratteristiche più autentiche, mentre altre comunità lo stanno facendo adesso. Non tutti hanno il vantaggio di poter ospitare una stagione di White Lotus. Penso che l’importante sia fare leva sulla propria autenticità e capire che la battaglia per la percezione non avrà mai fine. 

 

[00:36:32] Andy van der Feltz Andreas, ci sono tantissime domande che vorrei farti. Prestiamo molta attenzione agli indicatori di mercato, anche dal punto di vista delle soluzioni mediatiche. Al momento ci sono tantissime tendenze in atto nel mondo. Secondo te, c'è un trend chiave che dovremmo tenere d’occhio? Essendo responsabile della ricerca e dell’analisi hai certamente il polso della situazione per quanto riguarda le tendenze della gestione del territorio. Qual è quella che ti colpisce di più e di cui ritieni dovremmo essere al corrente? 

[00:37:02] Andreas Weissenborn Torniamo alla domanda che mi hai posto su quali sono le sfide più difficili, ovvero il coinvolgimento e la pertinenza. Poiché il nostro modello di finanziamento è basato, probabilmente anche in questo caso, soprattutto sui pernottamenti in hotel e simili, gli enti di promozione del territorio stanno finalmente iniziando a prendere iniziative in termini di patrocinio e coinvolgimento. Quel che voglio dire è che gli enti di promozione del territorio stanno prendendo coscienza dell’importanza di reclutare lobbisti o partecipare alla vita politica, cercando di garantire una partecipazione maggiore di quella richiesta da un patrocinio di base. Così, quando si deve affrontare una legislazione poco favorevole o una qualsiasi situazione critica, è possibile contare su una base già radicata nella comunità, che consente di creare una struttura e di portarla avanti. Penso che questa sia una delle tendenze più evidenti. Naturalmente, nel settore viaggi sono presenti anche altre tendenze, ma per quanto riguarda gli enti di promozione del territorio, credo ci siano i primi segnali di una svolta basata su attività di investimento, patrocinio e impegno di base, come dimostrano le assunzioni di personale addetto al sostegno o alle relazioni con la comunità, al coinvolgimento o ad altri incarichi, fino al reclutamento di lobbisti e così via. Ritengo che nell’ambito di tali tendenze questi siano gli investimenti più importanti, in particolare pensando alla pandemia quando, ricordiamolo, proprio gli enti di promozione del territorio sono stati tra gli ultimi a essere finanziati nel momento di maggiore difficoltà. Erano gli ultimi della lista. Questo ha dimostrato che abbiamo ancora molta strada da fare per spiegare cosa ci rende importanti e perché dovremmo ricevere finanziamenti adeguati. Gli enti di promozione del territorio iniziano a non accettare più l’idea di essere visti come l’ultima ruota del carro. È assolutamente necessario riuscire a potenziare, ancora una volta, il coinvolgimento delle nostre comunità nel patrocinio, in modo da iniziare a essere considerati una priorità, un elemento chiave del settore. Credo che questo sia uno dei cambiamenti più importanti. Gli enti locali stanno iniziando a chiarire che non si occupano più solo di vendite e marketing, ma anche di patrocinio, come dimostrato, ad esempio, dall’assunzione di personale o dalla gestione di progetti e da tutte le altre attività. 

 

[00:39:08] Andy van der Feltz Esattamente. Concordo. Ho un’ultima domanda. Dove porterete in vacanza il vostro bambino questa estate per staccare la spina?

 

[00:39:14] Andreas Weissenborn Bella domanda. Non per fare pubblicità, ma nel bel mezzo dell’estate devo partecipare a un evento importante, la nostra convention annuale che si terrà a luglio a Dallas, dove sicuramente resterò per più di una settimana. Ma siccome in realtà sono una persona molto legata alla famiglia, ho programmato un paio di campeggi in una zona vicina che spero di riuscire a fare con i miei e, possibilmente, anche qualche viaggio più lungo. Visto che non amo il caldo, in genere preferisco le regioni del nord-est e cerco di andare più a nord possibile per evitare l’umidità e le temperature elevate. Quindi questa estate mi auguro di stare al fresco, campeggiare e dedicarmi ad attività all’aperto con la mia famiglia. 

 

[00:39:51] Brandon Ehrhardt Devi darmi qualche consiglio. Ho un bambino di tre anni e mezzo che vuole andare in campeggio. L’idea di avventurarmi oltre il cortile mi innervosisce un po’, ma presto faremo un’escursione nel giardino di casa. La tua sarà sicuramente un’estate fantastica. Anche per me è stato molto divertente. 

 

[00:40:04] Andreas Weissenborn Vorrei solo aggiungere che chi volesse saperne di più su quello che facciamo e sul lavoro che svolgiamo a Destination International può visitare il sito DestinationsInternational.org

[00:40:14] Brandon Ehrhardt Andy, l’intervista con Andreas è stata eccezionale, vero? I suoi approfondimenti sono davvero utili. Non immaginavo che saremmo finiti a parlare di The Wire. Abbiamo affrontato tanti argomenti ed è stato fantastico poter parlare con qualcuno che sa cosa bisogna fare giorno per giorno per promuovere al meglio un territorio. Abbiamo molto da imparare da questa conversazione. Allora Andy, prima non siamo riusciti a parlare delle tue vacanze estive. Cosa hai in programma? 

 

[00:40:38] Andy van der Feltz Sono senza dubbio entrambe sulla mia lista. Andrò con mio figlio adolescente a New York dove, guarda caso, è in corso una ricerca sul percorso verso l’acquisto che verrà presto pubblicata. Sono molto contrario all’idea che la maggior parte delle persone probabilmente ne ha. Ad ogni modo, ho cambiato idea all’ultimo momento. Era tutto programmato per andare alle Barbados. Ho prenotato il volo con un periodo di cancellazione di 24 ore e, alla diciottesima ora, l’ho cancellato e ho prenotato per andare tutti e tre a New York anziché alle Barbados. Perché? Perché ho controllato le previsioni del tempo ai Caraibi e non sembravano un granché. Quindi andiamo a New York. Questo è il mio periodo di vacanza. Non vedo l’ora. 

 

[00:41:14] Brandon Ehrhardt Andy, vorrei farti una domanda, perché tu conosci il settore dei DMO molto meglio di me. Quali sono stati i principali insegnamenti che hai tratto da questo episodio? 

 

[00:41:25] Andy Van der Feltz Penso che si tratti di un tema in rapida evoluzione e che dipenda dalla zona geografica in cui ci si trova, dalla provenienza dei finanziamenti, da quali sono gli scopi. Poi ci sono tutti gli argomenti che riguardano la sostenibilità, la tassa di soggiorno, la crescita, l’impatto economico. Gli obiettivi e i traguardi che questi enti devono raggiungere sono estremamente eterogenei e spesso non hanno alcuna affinità tra loro, soprattutto in termini di finanziamenti. Considerando tutte queste differenze, tenersi aggiornati e comprendere in quale direzione si stanno muovendo è quasi un lavoro a tempo pieno. Da una parte c’è il Canada che cerca in ogni modo di capire come trasformare il turismo in un business sostenibile e riuscire a mantenerlo tale. Dall’altra l’Arabia Saudita, che sta iniziando a interessarsi alla sostenibilità ma non al massimo livello che ci si aspetterebbe, soprattutto se si pensa ad altre destinazioni. Per me è una situazione che continua a evolversi. Quando sono entrato nel settore dei DMO, l’obiettivo era solo il turismo. In pratica, il nostro unico interesse era crescere. Penso che oggi sia cambiato tutto e l’importante sia capire come continuare a essere rilevanti nello scenario attuale. Probabilmente il punto chiave è proprio questo: rimanere rilevanti. 

 

[00:42:43] Brandon Ehrhardt Il cambiamento è un fattore costante e influisce sul settore dei viaggi in molti modi. Direi che abbiamo imparato la stessa lezione. Un episodio davvero fantastico. Spero che vi divertiate a New York. È stato magnifico averti come copilota. Come ti ho detto, puoi premere qualsiasi pulsante, tanto sono pochi quelli che servono a qualcosa. Grazie mille per aver partecipato. Sei sempre il benvenuto. 

 

[00:43:01] Andy van der Feltz Grazie a te Brandon. Ciao. 

 

[00:43:06] Brandon Ehrhardt Grazie per averci seguito in un altro episodio del podcast Powering Travel. Rimangono ancora due episodi di questa stagione, ma non temere, nel periodo estivo non ci fermeremo, ci prenderemo solo un paio di settimane di pausa. E la terza stagione è dietro l’angolo. Quindi, facci sapere cosa ne pensi. Di quali argomenti vorresti sentirci parlare? C’è qualcosa che vorresti condividere con noi? Puoi farlo scrivendo all’indirizzo PoweringTravel@Expediagroup.com. Quindi, inviaci una e-mail. L’indirizzo è poweringtravel@Expediagroup.com tutto attaccato e ricorda di lasciare una valutazione e una recensione. Questo aiuterà altre persone a scoprire il nostro podcast. Inviaci le tue idee, i tuoi commenti. Siamo impazienti di tornare con gli ultimi due episodi della stagione. Manca poco. Fino ad allora, buona giornata e a presto. A risentirci da Powering Travel di Expedia Group. 



I nostri esperti


Andreas Weissenborn

Vice President of Research and Advocacy, Destinations International 

Andreas Weissenborn, entrato nel mondo degli enti di promozione del territorio (DMO) grazie a una casuale richiesta di stage in Visit Baltimore, ha inaspettatamente iniziato una carriera nel settore dell’ospitalità da cui è nata un’incrollabile passione per il settore turistico. Nei suoi quasi 11 anni in Visit Baltimore, Weissenborn ha collaborato all’ottimizzazione dei sistemi tecnologici, informatici e di ricerca dell’organizzazione. Nel 2017, è entrato a far parte dell’Associazione per svolgere il ruolo di fonte di ricerca dedicata per conto di un’iniziativa promossa da Destinations International Foundation.

Andrew van der Feltz

Global Senior Director of Business Development di Expedia Group Media Solutions 

Il team di Andrew collabora con agenzie, enti di promozione del territorio e hotel e compagnie aeree partner per supportare opportunità e campagne pubblicitarie nell’ambito del portfolio di brand di Expedia Group. 

Brandon Ehrhardt

Vice President of Marketing e conduttore di Powering Travel, Expedia Group

Brandon è responsabile marketing B2B per il segmento delle sistemazioni presso Expedia Group e ha avuto un ruolo fondamentale nel potenziamento dei nostri programmi per i partner, coordinando iniziative strategiche e consolidando l’uso dei dati sul fatturato per favorire il loro successo. Brandon vive a Chicago, nell’Illinois, con la moglie e il figlio, un piccolo viaggiatore in erba.



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